Attualità

Lettera "Gazzetta di Parma" 15 Gennaio 2021

Gentilezza e linguaggio

Il 01 Ottobre 2020 appare sul giornale “L’Azione” di Fabriano un articoletto in cui la Signora Flavia Scebba, nostra Ambasciatrice in Umbria e Marche, figura come interprete della gentilezza e promotrice di cultura gentile presso l’ Università Popolare di Fabriano.

 

Lettera "Gazzetta di Parma" 12 Ottobre 2020

 

 

 

 

"GENTILEZZA" materia di insegnamento

News letter

Dalla news letter del World Kindness Movement di maggio 2019

 

 

City of Parma capital of Culture and aspires to become capital City of Kindness.

The northern Italian city of Parma has been named Italy’s Capital of Culture for 2020.

The Minister of Culture, Dario Franceschini announced on Friday May 3, 2019, that the panel of Jury set up by the Italian Government unanimously picked Parma City ahead of nine other Italian cities based on the kinder nature and good neighbourliness.

The news was received with great joy by the Mayor of Parma, Federico Pizzarotti. In his comment, he said that the selection of Parma City as the capita of culture by the panel of Jury will further engendered the promotion of Italian cultural heritage and tourism in the city.
While Emilia-Romagna Governor Stefano Bonaccini noted that the selection was a further recognition of the beauty, heritage, and excellence of the Land of Parma.

The world Kindness Movement in Italy located in Parma City has applied to the Movement to list Parma as city of Kindness in honor of  one of the doyen of World Kindness Movement, Giorgio Aiazza, The President of World Kindness Italy. Dr Giorgio Aiazza was elated by the quest to announce Parma as City of Kindness; he said "After so many years of strength collaboration between WKItaly and the city council of Parma for a kinder world we are very happy about this nomination."




EVVIVA IL RITORNO DELL'EDUCAZIONE CIVICA NELLE SCUOLE

 

GIORNATA MONDIALE DELLA GENTILEZZA - 13 Novembre

In occasione del 13 Novembre, si moltiplicano sulla carta stampata le attenzioni al nostro Movimento.

 

Come esempio riportiamo lo stralcio di un'intervista apparsa sul settimanale "F", un articolo apparso su "Il Sole 24 Ore" del 29/10/18, l'intervista sul quotidiano "Il Dubbio" e quella di Radio Cusano Campus che potete ascoltare cliccando questo link
https://www.tag24.it/221346-gentilezza-2/

 

 

 

 

 

 

 

Lettera Gazzetta di Parma 04 febbraio 2018

 

13 gennaio festa del Patrono di Parma

Anche il Movimento per la Gentilezza, nelle persone di Aiassa, Ferrari Boccacci, Monni, ha partecipato alla cerimonia di premiazione della nostra concittadina, Giulia Ghiretti, campionessa paralimpica di nuoto e dimostrazione vivente di come da un momento negativo e buio possa venire la forza di reagire e invertire in senso positivo il cammino di ognuno.

27 Luglio 2017

Interessante veramente l’incontro di ieri sera tra alcuni membri del nostro direttivo e il dr. Andrea Coppola, tesoriere dell’associazione Intesa S. Martino. Il giovane, dottore commercialista, rappresenta un’apprezzabile figura di cittadino impegnato e seriamente coinvolto in un’attività di miglioramento della società, alla ricerca di contatti con altre associazioni culturali, con le quali eventualmente collaborare.
In particolare, abbiamo intravisto un’attenzione al mondo dell’infanzia, al fine di aiutare le tante realtà di sofferenza e le inevitabili sovrapposizioni che spesso ne conseguono.

Anna Maria Ferrari Boccacci

 

"La gentilezza come esperienza di vita"

Gazzetta di Parma - 06 Aprile 2017

Gentilezza e felicità

L' intuizione de Movimento Italiano per la Gentilezza

Il Movimento Italiano per la Gentilezza a margine del recente evento “l’EXPO delle idee”

 

 

Una delle più antiche storie di gentilezza che io conosca è legata al senso di ospitalità e al cibo.
Si, perché dare da mangiare a chi ne mostri il bisogno è la forma più elementare per mostrare  la nostra disponibilità verso il prossimo. Ed è tanto vero che, col passar dei secoli, è divenuta una consuetudine in tutte le civiltà offrire qualcosa da gustare a chi, per qualunque motivo, entra in casa nostra. E di solito ci si scusa umilmente di non aver nulla da far assaggiare. Così come rifiutare ciò che ci viene proposto da un nostro ospite è qualche volta segno di ritrosia o sgarbo.
Sono le regole del galateo, ma la loro matrice è quella di un primigenio bisogno di mettersi a disposizione di chi si avvicina a noi con atteggiamento di pace.
Il cibo, dunque, diviene comunicazione di empatia, di condivisione. Il cibo è gentilezza. Preparare e apparecchiare per un pasto è segno primario di amore e simpatia. Si pensi alle mamme che allattano, alle spose che quotidianamente ammanniscono i cibi per la famiglia, o all’amico, abile in cucina, che s’impegna per intrattenere una schiera di compagnoni.


I secoli sono pieni di esempi, ma la storia più antica, cui mi riferivo, è quella di Filemone e Bauci, una favola tenerissima, piena di gentilezza, tratta dalle Metamorfosi di Ovidio.
Filemone e Bauci erano marito e moglie ormai molto anziani. Vivevano poveramente nella regione della Frigia. Curavano un orticello e un pollaio ormai sguarnito, la loro casa era poco più di una capanna.
Un giorno arrivarono da loro due viandanti, sotto le cui spoglie si nascondevano niente meno che Giove e Mercurio. I due sposi, sorpresi per quell’improvvisa apparizione, si guardarono negli occhi e immediatamente si impegnarono per ospitarli: andarono a prelevare il capo più bello del pollaio, lo cucinarono come meglio sapevano e lo offrirono ai due ospiti, poi gli cedettero il loro letto e andarono a riposare sulla paglia della stalletta.
All’indomani i due pellegrini erano già pronti per andarsene e, salutando i vecchi sposi, chiesero loro che cosa desiderassero di più. “Vorremmo non doverci separare mai” fu la risposta di Filemone.
Beh, la grande disponibilità verso gli illustri ospiti fu ripagata: entro poco tempo Filemone e Bauci spirarono serenamente e insieme, mentre riposavano davanti alla loro casetta. Sui loro corpi crebbero rigogliosi una vigorosa quercia e un profumato tiglio, che per secoli intrecciarono strettamente i loro rami.
…. A dimostrare che il cibo può diventare veicolo di gentilezza a doppio senso, come, del resto, quasi sempre succede.

Anna Maria Ferrari Boccacci

 

 

 

La Gentilezza di Ubaldi

 

Abbiate rispetto delle vecchie case

 

Un ragazzo gentile

 

GENTILEZZA E' ... il coraggio di non fuggire

Lettera pubblicata su Gazzetta di Parma del 7 Novembre 2013.

 

Ci hanno davvero rubato la speranza?

Oggi la gentilezza, come cetra appesa alle fronde di un salice, tace. Per un senso di pudore, di fronte alla sofferenza quotidiana dei singoli, non si fa vedere, non sa più che dire. Per un sentimento di desolazione allo spettacolo di insensibile egoismo dei gruppi potenti, che si combattono ad oltranza, anche la gentilezza e i suoi “credenti” piegano il capo.
Un’impressione di fallimento ci avvolge e ci blocca. Attoniti, guardiamo, ascoltiamo, senza più prendere posizione.
Come si possono invitare i cittadini a coltivare buoni comportamenti, quando mancano esempi là dove più conterebbero?
Gentilezza, bellezza, civismo, cultura funzionano, quando alla base un minimo di lealtà e correttezza sopravvivono. Ma di fronte alla barbarie che ritorna, non resta che … l’urlo. L’urlo disperato di chi ha lottato fiducioso per tutta la vita nella speranza di lasciare un segno buono, un sorriso che allieti, che apra i cuori.
Invece, oggi tutto sembra perduto, oggi i cuori si stringono in una morsa lancinante e neppure il pianto liberatorio può aiutarci.
Ci hanno davvero rubato la speranza?

Parma, 10/04/2013
A.M.F.B.

 

LA GENTILEZZA PUO' EDUCARE ALLA POLITICA

In questi momenti di atroci fibrillazioni tra i nostri partiti politici, sembra che non vi sia via d’uscita per il paese e per il miglioramento della vita quotidiana di noi cittadini.
Siamo ormai senza speranza, incattiviti ed esacerbati, incapaci di una visione super partes, che ci tolga dall’oscura mischia in cui ci siamo impantanati.
Eppure, se, per un attimo, lasciamo affiorare ancora i sentimenti migliori della natura umana, ci rendiamo conto che vi è un bene superiore verso il quale convergere, al di là degli egoismi, dell’orgoglio, dei risentimenti che a volte ci portano a dire “tanto peggio, tanto meglio”. No! Questa non è gentilezza, questa non è buona politica.
Ora è giunto il momento di mettere un punto fermo e ripartire con spirito di comprensione e condivisione per salvare il salvabile della nostra società. Come? Innanzitutto spiegando che la politica è una branca della filosofia che aiuta gli uomini a vivere insieme e non a dividersi in sette chiuse e inferocite le une contro le altre, che organizza la vita delle società, in modo che vi sia ordine e, nell’ordine, migliore efficienza e migliore condizione per tutti.
E’ segno di scarso senso civico abbandonarsi al disfattismo o all’isolamento individualistico (oggi diremmo “astensionismo”).
Del resto, tutto ciò che noi stiamo vivendo è già stato vissuto e sperimentato nei secoli in molte altre società. Si pensi all’antica società ellenistica, che, evolutasi e raffinatasi in modo estremo, cominciò presto a degenerare e, al contatto con mondi diversi, talora incomprensibili, potrò il singolo a chiudersi in se stesso, a vivere nell’indifferenza. Nasconditi vivendo – predicavano appunto alcuni filosofi. Ma con tali comportamenti si arrivò presto alla fine dell’ellenismo e all’affermazione più organizzata anche se meno raffinata della civiltà romana.
E, venendo alla storia romana, basti ricordare la lotta tra patrizi e plebei e l’apologo di Menenio Agrippa, che con la metafora dello stomaco e delle membra fece comprendere come i patrizi e plebei avessero bisogno gli uni degli altri e dovessero collaborare per il bene comune.
Dunque, la politica può e deve essere gentile, può e deve essere coltivata da ognuno, può e deve divenire strumento valido a portare benessere, pace e serenità ai singoli, come a tutta la società.

Parma, 05/03/2013
A.M.F.B.

 

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