Arte e letteratura

IL MOVIMENTO PER LA GENTILEZZA festeggia questo NATALE 2021 con le luci e i colori dei VETRI DI MURANO

 

Ecco arrivato un altro Natale, festa di pace e d'amore. E' passato un altro anno di lotta per sopravvivere al meglio. Molte cose sono andate perdute, ma altre si sono salvate. Noi dobbiamo imparare ad apprezzarle più che mai.

Ad esempio, c'è una forma d'arte sublime, che ci appartiene e che non sempre abbiamo valorizzato quanto merita. E' l'arte del vetro di Murano, che coi suoi colori, con le sue trasparenze, con le sue forme incantevoli ci affascina e ci testimonia della sapienza, della sensibilità, della gentilezza dell'uomo.

Ed è bello e gratificante sapere che proprio a Parma, la città in cui è nato il Movimento per la Gentilezza, una persona speciale ha saputo cogliere il valore ineguagliabile dei vetri di Murano, facendone una collezione, la Collezione Bersellini, di cui presentiamo qualche esemplare, con la speranza che essa resterà negli anni a illuminare il cammino della miglior cultura italica.

 

 

 

GENTILE

 

La poetessa Flavia Scebba, nostra generosa Ambasciatrice, ci ha fatto dono della sua composizione più emblematica:

GENTILE.

Gentile

è il vento di brezza,

gentile è una carezza.

E’ il tepore di un abbraccio,

un dono inaspettato,

è un cristallo di ghiaccio

affusolato.

Gentile è un bigliettino

nascosto sotto un piatto,

è il passo di un gatto

in piena notte.

Gentile è la luna a mezzanotte

che attende in cielo il giorno.

E’ il bacio del buongiorno,

chiedere permesso, dire per favore.

Gentile è il volto dell’amore.

Aspettare il proprio turno con pazienza,

ascoltare in silenzio chi ha esperienza.

Gentile è chi offre sempre il proprio aiuto

ad un amico ,ad uno sconosciuto.

E’ tendere la mano con piacere,

lasciare il posto a sedere

a chi della fatica, degli anni...sente il peso.

Gentile è un faro acceso

che illumina, accoglie, dà speranza.

Gentile è la fragranza

della primavera in fiore.

E’ pregare per un futuro migliore.

Gentile è il sogno di pace in cui crediamo

e quando il mondo intero rispettiamo!

(F. Scebba)

 


Postfazione a un libro promozionale per il turismo sul Trasimeno

Il volume "Era una volta...le ricette della memoria" è senza dubbio una preziosa raccolta di memorie e tradizioni, che riscaldano ancora il cuore e ci fanno sentire tutto il profumo e la poesia di luoghi fantastici dal dolcissimo profilo, dall'atmosfera suggestiva, dall'incanto silente, che non tutti possono aver avuto la fortuna di cogliere.

Personalmente, la prima volta in cui sentii parlare del Lago Trasimeno come luogo dell'anima e non come area geografica caratteristica dell'Umbria e dell'Italia centrale, fu quando, iscritta alla Facoltà di Filosofia a Bologna, ebbi l'occasione di frequentare le lezioni del Professor Teodorico Moretti Costanzi (Pozzuolo 1912 - Tuoro 1995).

L'illustre cattedratico doveva divenire la figura più importante del mio corso di studi per ben quattro anni: prima, esame biennale di Storia della filosofia, poi, esame biennale di Filosofia teoretica.

Amavo queste materie, ma, a vent'anni, con tanta voglia di vivere e con la mia provenienza parmigiana, già sensibile alle tradizioni goderecce di quella che andava affermandosi come capitale della gastronomia, c'era di che preoccuparsi un poco.

Invece, l'incontro col Professore fu di quelli che non si dimenticano e mi commuove il fatto che, dopo i tanti dotti commentatori che ne hanno parlato in sedi prestigiose, un' oscura sua

allieva, ormai anziana prof. in pensione, abbia l'occasione di tratteggiarne un ritratto un po' fuori dagli schemi.

Fascinosa era la sua figura grave di studioso, incantevole quel tratto aristocratico, quasi ascetico dal grande carisma, ma, soprattutto, accattivante l'eloquio, pacato, pieno di suggestioni, richiami culturali e riferimenti ad esperienze vissute in prima persona. E qui, tra le visite a Martin Heidegger nel suo rifugio della Foresta Nera e i frequenti scambi con filosofi del calibro di Norberto Bobbio, ecco affiorare la descrizione dei luoghi delle sue origini, ecco il suo costante ritornare al Trasimeno, dove l'attendeva ogni fine settimana il Palazzo avito.

Nella sua affabulazione ricca di riferimenti culturali c'era sempre lo spazio per l'attaccamento sentimentale alla lievità dei paesaggi nativi.

L'isola Maggiore, lo specchio vasto e quieto del lago, i canneti, le morbide colline circostanti divenivano veramente luoghi di un'anima eccelsa, che a noi, aspiranti filosofi, facevano intuire i contenuti profondi di anni e anni di meditazione.

Ci introduceva, il Professore, ai temi cristologici, quelli sull'angelicazione della donna attraverso il Cristianesimo, quelli sulla dottrina francescana, con aneddoti sulla storia della sua isola, onorata perfino dallo sbarco del Santo d'Assisi.

Tra una lezione e l'altra lo si vedeva procedere lentamente, affiancato dai suoi Assistenti, lungo i portici di Via Zamboni, alto, ieratico, irraggiungibile. E poi, ancora, nelle aule disadorne, illuminante, davanti a una platea sparuta (gli studenti di filosofia erano pochi, rispetto al nugolo di frequentatori di lettere), che lo seguiva incantata, senza perdere una parola di quel suo sapere, che era ricordo, amore, nobiltà, misura, bellezza...

 

Anna Maria Ferrari Boccacci
Vicepresidente del Movimento Italiano per la Gentilezza

 

Inno Accademia Calcio Castelluccio

 

C'è un paesino di circa 2000 abitanti, sperduto tra i monti verdeggianti del Parco del Pollino, nella nostra bella Basilicata. Qui opera un caro amico del Movimento. E' persona di nobili principi, generoso esempio di gentilezza. Qualche anno fa la squadra di calcio locale vinse il campionato della provincia di Potenza e questo uomo volle dedicare ai giovani calciatori un inno.
Ve ne proponiamo il testo ed anche l'audio.

 

 

Inno Accademia Calcio Castelluccio

Viggianello, 21 marzo 2015

Autore Domenico Piccolo

Sorge il giorno tanto atteso

dove inizia il buon cammino

ed ognuno avrà il suo peso

con il gioco e col destino

 

Noi saremo forti e uniti

mai sleali o prepotenti

nell’Agòne senza liti

scenderemo pronti e attenti

 

Vola in alto il nostro sogno

di uno sport nobile e antico

che ci chiede grande impegno

ed il fianco di un amico

 

Accademia Castelluccio

noi ti renderemo onore

Accademia Castelluccio

vinceremo con il cuore

 

Accademia Castelluccio

un sol canto sale forte

Accademia Castelluccio

il trionfo è già alle porte

 

Noi sapremo interpretare

quei principi e quei valori

che faranno gareggiare

con le menti e con i cuori

 

Fare squadra coi compagni

sarà il nostro fermo intento

e nel ruolo sempre degni

correremo come il vento

 

Alla fin di ogni contesa

gli avversari abbracceremo

e la mano aperta e tesa

come amici porgeremo

 

Accademia Castelluccio

noi ti renderemo onore

Accademia castelluccio

vinceremo con il cuore

 

Accademia Castelluccio

un sol canto sale forte

Accademia Castelluccio

il trionfo è già alle porte

 

Castelluccio di te parla la tua storia

l’Accademia nasce piena di speranza

noi ragazzi ti portiamo alla vittoria

giocheremo con passione ed eleganza

 

La sconfitta non farà mai venir meno

il fervore che si lega col coraggio

di ricominciar con l’animo sereno

che conquista della luce il primo raggio

 

Accademia Castelluccio

noi ti renderemo onore

Accademia Castelluccio

vinceremo con il cuore

 

Accademia Castelluccio

un sol canto sale forte

Accademia Castelluccio

il trionfo è già alle porte

 

Per ascoltare l'inno clicca qui https://www.youtube.com/watch?v=fSzQlLEMnZc

 

Poesie

(di Domenico Piccolo)

ARPA

Eleganti le dita pizzicano

tese le corde d'antico strumento.

E i suoni, accavallandosi,

esprimono rara melodia

che dona incanto a chi

credeva d'esser sordo.

 

SUSSURRI

Sussurrami parole nuove.

Fanne perle d'infinita saggezza,

sì che la tua voce, come lancia lucente,

venga a trafiggere la corazza del Male.

 

VECCHIO

Un vecchio ha camminato tanto,

ma l'eco dei suoi passi

è suono ormai remoto,

appena portato dal vento

alle sue stanche orecchie,

sopraffatte e stordite

dal tuono dei tempi nuovi.

 

 

 

2021 - PER GLI AMANTI DELLA LETTURA

LIBRERIA "BOOKLET di ANNA"  - Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.   -  via Marco Polo n. 230/I  60027 Osimo (AN)

LIBRERIA "TRALERIGHE" di RICCARDO HUSTER   - Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.    -  Corte delle Rose n. 86  31015 Conegliano (TV)

ANNO 2020... un Natale incredibile!

I NOSTRI AUGURI DI NATALE

 

 

 

 

 

 

 

ARTICOLO GIORGIO TORELLI

Vi proponiamo l'articolo scritto dal noto giornalista Giorgio Torelli, apparso su "Gazzetta di Parma" del 21 Ottobre 2018, al quale è stato assegnato il Premio Nazionale Gentilezza 2018 - 9^ edizione.
Buona lettura!

UNO SPOT PER LA GENTILEZZA

E' bontà, è serenità, bellezza, arte, civiltà?
In una parola, è gentilezza!

Cliccate qui per il nostro "spot"   https://youtu.be/GekImN69tFQ

Racconto "Gentileza"

Riceviamo da Silvia Beatriz Cecchi, scrittrice argentina e ambasciatrice della Universum Academy Switzertland nella Reppubblica Argentina, un racconto in lingua spagnola dal titolo "Gentileza"

 

Por entonces, con mis cuarenta años recién cumplidos, decidía abando nar la comodidad que me representaba ser maestra de una escuela confortable del centro de mi ciu dad para dar paso a un deseo no cumplido.

Se anunció una vacante como directora de una escuela rural a cuarenta kilómetros de mi cuidad y sin dudarlo me presenté al concurso. Una semana después, supe que mi examen había obtenido la más alta calificación entre las doce quinceque habían participado. Por consiguiente, el día después, a las siete de la mañana abordaba el autobús que en una hora de viaje, recorriendo la costa hacia el sur, me llevaría hacia un nuevo destino: La escuela rural, más alejada.

Al bajar del micro caminé ansiosa unos seiscientos metros hasta encontrarla.

Allí estaba, perdida en medio de la pampa rodeada de un verdor intenso, enfrentada a los médanos de la playa. Era pequeña, con tres aulas, una cocina y el espacio para la dirección.

Los árbolesa lo lejos, se doblaban por el viento implacable que no seda tregua en ese lugar. Pero asomaba la primavera y las retamas amarillas habían animado el paisaje siempre verde que ondulaban las arenas en el paisaje que bosquejaba imponente el viaje entre las barrancas y el azul del mar que, en tonos y urgencias cambiantes, asomaba de vez en cuando.

Entré a paso lento y firme. No me convenzo jamás, de inmediato, en las cosas que me succede como un sueño cumplido y a la vez inesperado. Uno de tantos...

Una señora con rostro amable salió a recibirme.

_ Me llamo Teresa y soy la portera-

me dijo extendiendo su mano con una sonrisa afable que mostraba una dentadura descuidada.

Detrás de ella tres maestras que eran el plantel docente con gestos de cortesía dibujados en sus rostros me dieron la bienvenida. Los alumnos llegaban de a uno o en grupos, y esperaban el toque de la campana para entrar a clases. Algunos venían a caballo y otros a pie. Supe que muchos a travesaban largas distancias. Los rostros curtidos por el frío y el escaso abrigo que los cubría hablaban por si mismos de las inclemencias que atravesaban esas pequeñas vidas.

No tardé en comprender las carencias a las que seenfrentabany confirmé que ese era el sitio donde sentiría que mi función sería ardua y útil.

- Les falta comida- me contó Teresa, que no se despegaba de mi lado y siguió enunciando una larga lista de carencias mientras mis ojos inspeccionaban la precariedad del de todo.

- Necesitamos muchas cosas aquí y más espacio techado para el invierno- agregó la maestra Graciela.

A las ocho en punto hice sonar la campana y los chicos se alinearon. Nos saludamos, me presenté como la nueva directora y en un breve monólogo que siguieron con atención,

que a partir de mañana trataran de conseguir un ladrillo o dos. Que no lo robaran, sino que los pidieran en el corralón donde vendían materiales o en obrasen construcción. En pocas semanasya teníamos ladrillos como para levantar una pared, en un mesel doble y así más y más...

Les propuse reunir semillas de las que sus madres desechaban en la cocina y también algunas papas para sembrar. Estas propuestas los entusiasmaron no entre todos, maestras y alumnos., emprendimos el proyecto de la huerta en los terrenos abiertos que lindaban con la escuela.

Escribí una nota al noticiero de la televisión esa misma tarde,

en un llamado solidario pues mi primer anhelo eraque esos niños recibieran en la escuela algo más que una copa de leche y un pan. Para muchos de ellos, era la única ración del día.

También solicité colaboración de ropas usadas y comida con la idea de que se podría organizar un comedor.

No pasó mucho tiempo. Una mañana aparecieron dos periodistas en la escuela para que yo hablara a las cámaras sobre las preocupaciones que nos afectaban.

En una mezcla de entusiasmo y preocupación que posiblemente se reflejaba en mi expresión y mi voz, expresé en pocaspalabras las necesidades de aquellos niños y de imperiosa necesidad de ayuda para transformar esa dura realidad.

En pocos días llegaron donaciones de frutas, pan, verduras, ropas... y mayor fue la sorpresa cuando vi detenerse en la puerta de la escuela, sobre la calle de tierra, un vehículo del cual bajaron tres ombre jóvenes. Salí a su encuentro y se presentaron como marineros de un buque pesquero de altura,

denominado “Veraz”.

Me contaron –Estábamos en altamar cuando vimos por televisión su pedido de colaboración. Todos los tripulantes de nuestra embarcación sentimos un fuerte impulso por ayudar a esta escuela. Vamos a destinar el uno por ciento de nuestros ingresos mensuales para que estos niños tengan sus necesidades básicas satisfechas. Es más, acotó otro de los hombres, hablamos con nuestros amigos que son tripulantes del buque “Franca”, y ellos se van a sumar del mismo modo a nuestra donación.

Teresa les acercó una café caliente mientras yo los escuchaba atónita detrás de mi escritorio. Quedaron en volver en pocos días y por supuesto, cumplieron.

Traían, con enorme gentileza, un cheque con una suma de dinero muy interesante que deposité ese mismo día en el banco e informe a las autoridades superiores. En la semana entrante la escuela contaba con mapas, pizarrones nuevos, papelería en abundancia, máquina de escribir lápices de colores, cuadernos para todos y los más importante fue la apertura del comedor escolar al que concurrían todos los niños y algunos padres que no tenían trabajo con hermanitos menores. Teresa se convirtió en una experta en cocina, con menú es que ideábamos de acuerdo a la mercadería que podíamos comprar. Las maestras conformaron un equipo sólido, desdoblando su entusiasmo y energía, mientras el huerto florecía en esa primavera brotada de esperanzas.

Los aportes se reiteraban infaltables cada mes. Cuando

saciaron las necesidades básicas, el nuevo proyecto se orientó aconstruirdos aulas para mayor comodidad, dado que los grados estaban agrupados, dos en uno.

Así fue que con el trabajo de los padres que se ofrecieron para alzarlas paredes, en sus tiempos libres. En pocos meses se levantaron dos amplios salones, cuyas paredes, en parte, contuvieron los muchos ladrillosque cada mañana aportaban los alumnos dando la explicación del caso de cómo los habían conseguido. Sentía yo una inmensa ternura al verlos llegar con uno o dos ladrillos y cada díasumados al apotre de algunas semillas para el huerto quecuidábamos con esmero, envueltos en el entusiasmo por los logros conseguidos.

Los generosos navegantes, en sus días de descanso llegaban a la escuela con golosinas, con proyectores y películas que les mostraban la vida en el mar.

Grande fue nuestra emoción cuando organizamos la gran fiesta de inauguración de las nuevas aulas, que llevaron los nombres de “Buque Veraz” y “Buque Franca” Después de las estrofas del Himno Nacional Argentino, cuatro alumnos dieron unos pasos hacia las nuevas aulas y descubrieron las placas que mostraban en su brillo, los nombres de las naves en muestra de nuestro agradecimiento y a la generosidad de esos marineros que repararon las carencias de una escuela, perdida en el sur de la pampa argentina.

Silvia Beatriz Cecchi. Escritora Argentina.

Embajadora de UNICERSUM

Academy Switzerland en la República Argentina

 

 

Poesia

LA CASA DELLA GENTILEZZA

C’è una casa
grande
antica,
di cui so la storia,
conosco ogni pietra
qui fatiche e sofferenze,
poi è nata gentilezza.
C’è un percorso,
una strada in salita,
la conquista quotidiana.
Ma ora il verde si diffonde,
i petali aleggiano ad ogni primavera.
Uomini e animali
s’accostano e guardano,
ascoltano, riposano ...
e tornano a sperare.

Album fotografico

Poesia

L’ARMONIA DELL’ANIMA

Cerco in questo mondo caotico
L’armonia della bellezza,
L’armonia serena della natura
E dell’anima, l’incanto degli occhi
E l’incanto dei sentimenti
Più veri, più puri, più grandi ...

Non per vivere solo è nato l’uomo,
Ma per condividere gioie, dolori,
Preoccupazioni, delusioni,
Con chi gli vive accanto,
In quel viaggio ignoto e periglioso
Che è la nostra vita di ogni giorno.

C’è nell’anima dell’uomo una favilla
Dell’amore divino, una naturale
Propensione al bene, ma vi dimorano
Anche forze contrarie, l’egoismo,
L’indifferenza, l’isolamento …
E l’uomo moderno è sempre più solo!

Sogno in questo mondo caotico
Che l’uomo riscopra
La gentilezza del cuore, la gioia
Di fare del bene, di essere vicino
A chi soffre, la tenerezza
Di una parola, di un gesto, di un sorriso
A chi gli passa accanto solo e triste …
Sogno l’armonia dell’anima!

 

Poesia

LA GENTILEZZA DI ESSERE

Cercare incessantemente
L’armonia della bellezza,
Della natura, dell’arte
E l’armonia interiore
Che è tensione verso il bene,
Carità, comprensione,
Amore per gli altri …

Sorridere con gli occhi
E con il cuore
A chi ci passa accanto,
A chi forse è solo e triste …
Donare un raggio di sole
A chi vede solo nubi,
Oscurare l’indifferenza,
L’egoismo, la violenza …

Aprire le braccia sempre
A chi naviga con noi
Nel mare tempestoso della vita.
Amare senza confini, senza limiti
È la vera conquista
Di chi ha la gentilezza nel cuore
Il sorriso nell’anima ...

 

Poesia

Il giorno più bello? Oggi
L'ostacolo più grande? La paura
La cosa più facile? Sbagliarsi
L'errore più grande? Rinunciare
La radice di tutti i mali? L'egoismo
La distrazione migliore? Il lavoro
La sconfitta peggiore? Lo scoraggiamento
I migliori professionisti? I bambini
Il primo bisogno? Comunicare
La felicità più grande? Essere utili agli altri
Il mistero più grande? La morte
Il difetto peggiore? Il malumore
La persona più pericolosa? Quella che mente
Il sentimento più brutto? Il rancore
Il regalo più bello? Il perdono
Quello indispensabile? La famiglia
La rotta migliore? La via giusta
La sensazione più piacevole? La pace interiore
L'accoglienza migliore? Il sorriso
La miglior medicina? L'ottimismo
La soddisfazione più grande? Il dovere compiuto
La forza più grande? La fede  

La cosa più bella del mondo? L'amore.

 

Madre Teresa di Calcutta

 


 

 

 

Bibliografia

 

Allo scopo di arricchire le nostre conoscenze sul tema della gentilezza vorremmo proporre la lettura di alcuni saggi.

 

Piero Ferrucci – “La forza della gentilezza” – Editrice Mondatori

 

A. Phillips e B. Taylor – “Elogio della gentilezza” – Editrice Ponte alle Grazie

 

Philippe Kourilsky - "Il manifesto dell'altruismo" - Editrice Codice Edizioni

 

Cristina Milani - "Un giorno di ordinaria gentilezza" - Editrice Pagine d'arte

 

Bertrand Buffon - "Il piacere della gentilezza" - Editrice Ediciclo Editore

 

Salvatore Natoli - "Il rischio di fidarsi" - Editrice Il Mulino

 

Franck Martin - "Il potere della gentilezza" - Editrice Urra Feltrinelli

 

Giovanna Axia - "Elogio della cortesia" - Editrice Il Mulino

 

Elio Meloni - "Cortesia. Pratiche di gentilezza quotidiana" - Editrice Claudiana

 

Cristina Milani - "La forza nascosta della gentilezza" - Editrice Sperling & Kupfer

 

Alberto Meschiari - "Gentilezza" - Editrice Tassinari Firenze

 

Vito Mancuso - "Il bisogno di pensare" - Editrice Garzanti

 

Immaculata De Vivo e Daniel Lumera - "Biologia della Gentilezza" - Ed. Mondadori

 

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