Mi alzo piangendo, in questa mattina obnubilata di un giorno bisestile.
Sento in cuore tutto il male del mondo: le macerie di una civiltà che forse si è spinta troppo avanti; i misteri di una natura di cui, con protervia, non ci siamo curati abbastanza; le angosce di tante fragili creature che aspirano all'infinito, senza più speranza.
Sento in cuore tutto il male del mondo, le sue eterne sofferenze:
terremoti, eruzioni, epidemie, carestie, ma anche lotte, guerre, guerriglie, rivalità, tradimenti. E qui mi fermo disperata. Non so che pensare, a chi, a che cosa appellarmi.
Tutto si ripete: la peste, Pompei, i guelfi e i ghibellini, i lager, le foibe... Poi mi viene alla mente il buon napoletano, Gian Battista Vico, coi suoi corsi e ricorsi e così approdo all'idea di un ciclo che si chiude per dare alla luce una nuova era, più consapevole, più convinta del destino di fratellanza tra gli uomini.
Mi viene in mente quel Movimento per la gentilezza, che in alcuni momenti della nostra storia recente mi è parso stucchevole, ma che ora, proprio ora che ci "mascheriamo", proprio ora che ci chiudiamo in quarantena, può aiutarci a sentirci legati da una rete di sentimenti e propositi buoni, da una nuova determinazione a sopravvivere per aprirci con fiducia ad un umanesimo forte e moderno, in cui, ad esempio, la tecnologia e l'informatica ci diventino amiche, in cui la scienza esca dalla sua torre d'avorio e ci venga incontro, mostrando, pur nella incompletezza, le sue positive potenzialità.
Insomma, mi rassereno e penso che il sacrificio di una generazione possa essere compreso da quella successiva, la quale col male erediterà anche il bene, l'amore, la voglia di salire, più che nell'agiatezza, nella nobiltà dello spirito.
Myriam Bigi
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Riteniamo che molto spesso i nomi dei personaggi cui vengono intitolate le vie risultino sconosciuti e insignificanti alla maggior parte dei fruitori. Non si può pretendere in tutti i cittadini quel livello culturale che consentirebbe facili riferimenti a politica, arte, musica, filosofia, ecc.. Perciò l’ intento celebrativo di tali denominazioni cade per lo più nel vuoto.
Ben altro risultato si potrebbe ottenere, invece, dando alle strade il nome dei valori che sottendono al nostro stesso Movimento: ad esempio, gentilezza, senso civico, rispetto, altruismo.
Immaginiamo un Viale della Gentilezza, un Piazzale del Senso Civico, una Via del Rispetto... e sarà facile immaginare l’ attenzione e l’ immediata comprensione da parte di qualsiasi abitante, di qualsiasi visitatore.
Tali valori, menzionati su altrettante targhe, potrebbero veramente risultare di stimolo e provocare proficue riflessioni circa il comportamento di ognuno.
Dunque, la nostra proposta ha proprio questo intento: “ Educare amministrando” si potrebbe, appunto, dire. Trasformare i paesi e le città italiane in agenzie educative, che aiutino i cittadini a crescere non solo materialmente, ma soprattutto nello spirito di una sempre più armonica società. Ne abbiamo tanto bisogno.
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